Il Carnevale è una festa popolare tradizionale, fatta di maschere, balli e pasti goderecci, un momento di sfogo che precede quello di penitenza della Quaresima. L’apice dei festeggiamenti coincide con i giorni compresi tra il Giovedì e il Martedì Grasso, che nel 2016 cadono rispettivamente il 4 e il 9 febbraio. Colori, scherzi, costumi e leccornie sono il filo conduttore delle feste che si dispiegano in tutta Italia, ma ogni regione ha le sue usanze e tradizioni. Tra le feste più famose, anche oltre confine, spiccano il Carnevale di Venezia e di Viareggio.
Il Carnevale non ha data fissa; per non trovarsi impreparati, bisogna fare due conti: il giorno di Martedì Grasso si calcola sottraendo sei settimane alla data della Pasqua, festività a sua volta mobile, la cui cadenza è stabilita nella prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera. I festeggiamenti iniziano tra l’Epifania e la Candelora (2 febbraio), anche se in molte parti d’Italia l’inizio del periodo carnevalesco coincide con il 17 gennaio, giorno della Festa di Sant’Antonio Abate, non a caso, protettore degli animali. Carnevale, infatti, deriva dal latino “carnem levare“, letteralmente “togliere la carne”, in riferimento al fatto che il Martedì Grasso segna l’entrata nel periodo di Quaresima che, nella tradizione cristiana, corrisponde ad un periodo di digiuno e penitenza.
Il Carnevale come tutte le feste poplari, ha radici precristiane: le sue origini sono da ricercare nella festa romana dei Lupercalia, celebrata nel mese di febbraio in onore di Luperco, il dio Fauno protettore del bestiame, e consistente in una serie di riti purificatori. Alcuni elementi del Carnevale, però, si ritrovano anche nei Saturnali, festività dell’antichità romana, celebrata nel mese di dicembre. Tra le usanze, che presentano tipicità della tradizione carnevalesca medievale, l’elezione di un monarca fittizio (uomo o fantoccio), al quale spettava impartire ai sudditi ordini ridicoli, volti al festeggiamento e alla follia, e che in ultimo veniva sacrificato sull’altare di Saturno.
In diversi luoghi, soprattutto nel centro Italia, l’ultima domenica o il martedì grasso sono per tradizione dedicati ai “funerali di Carnevale”, rappresentati bruciando un fantoccio dopo averlo portato in trionfo per le vie della città.
Nel Medioevo il Carnevale divenne la vera e propria “festa dei folli”, durante la quale si sospendevano leggi e regole morali, per abbandonarsi alla trasgressione e al rovesciamento delle gerarchie sociali. Anche per questo il Carnevale è la festa delle maschere: travestirsi significava abbandonare i propri panni e per un giorno abbracciare un’altra identità, ed agire senza preoccuparsi troppo delle conseguenze.
Nel Seicento, grazie allo sviluppo della Commedia dell’Arte, nascono le maschere tradizionali, ognuna caratteristica di una regione d’Italia. Eccone alcune, tra le più famose: Arlecchino e Pulcinella, i servitori furbacchioni, rappresentanti rispettivamente della zona bergamasca e partenopea , Pantalone, il nobile avaro, simbolo della classe di commercianti veneziani, Gianduia, galantuomo godereccio ma di buon cuore, espressione della società torinese, Meneghino, simpatico servo senza fissa dimora dei nobili milanesi.
Ci sono città d’Italia famose per la grandiosità dei festeggiamenti carnevaleschi.Tra queste il Carnevale di Venezia, famoso per la bellezza e l’eleganza delle sue maschere, che prevede undici giorni di spettacoli e feste per le vie cittadine, tra cui la tradizionale Festa delle Marie e il Volo dell’Angelo. E ancora il Carnevale di Viareggio, noto per la sua sfilata di carri allegorici a tema satirico, e quello di Ivrea, caratterizzato dalla spettacolare battaglia delle Arance, nata come simbolica protesta contro la nobiltà e la classe dirigente.
Particolare anche il Carnevale di Putignano, con i suoi giganteschi carri di cartapesta, quello Ambrosiano a Milano, addirittura posticipato di una settimana, e quello di Fano, considerato il più antico di Italia.
Pronti ad indossare la maschera e guardare il mondo da un’altra prospettiva? Almeno per un giorno sentitevi liberi di farlo.