L’Isola dei Conigli si trova in Sicilia, a sud-ovest di Lampedusa, e fa parte dell’arcipelago delle Pelagie. Un sentiero accidentato conduce prima su un pendio, dal quale si apre la vista panoramica dell’isolotto, e poi prosegue in discesa fino ad una spiaggia di sabbia bianchissima, che affaccia sull’isola, distante solo pochi metri dalle coste di Lampedusa.
L’isola ha una struttura rocciosa ed una dimensione modesta, con un’estensione di circa 4,4 ettari ed un’altezza massima di 26 metri. In alcuni periodi storici, l’ultimo dei quali risale al 2001, è stata unita all’isola di Lampedusa da uno stretto istmo di sabbia lungo circa 30 metri.
L’assenza di collegamento tra le due spiagge, ad ogni modo, non impedisce di raggiungere l’isolotto, al quale si può approdare camminando nelle basse acque, la cui profondità è compresa tra i 30 e 150 cm.
Il curioso fenomeno dell’istmo ha dato voce ad una bizzarra leggenda volte a spiegare l’origine della denominazione del luogo.
Si narra che molti anni fa, in un momento in cui l’isolotto era collegato alla terraferma, una colonia di conigli lo raggiunse, rimanendo intrappolata non appena il ponte di sabbia sparì sotto le acque del mare; gli animali, noti per essere particolarmente prolifici, divennero così numerosi da far battezzare il luogo “Isola dei Conigli”.
Non mancano altre ricostruzioni, meno fantasiose, sull’origine del nome, che prendono le mosse dal ritrovamento di antichi documenti. In una carta nautica dell’ammiraglio Smith, datata 1824, si legge per la prima volta “Rabit Island”.
Nelle cartografie successive tale toponimo risulta erroneamente tradotto dall’inglese ‘rabbit’ con il termine coniglio; la traduzione probabilmente nasce da un equivoco linguistico, poiché la parola ‘rabit’ appare più verosimilmente legato alla lingua araba, che con tale espressione richiama il concetto di “collegamento”, suggerendo un plausibile riferimento all’istmo che talvolta si forma tra l’isolotto e le coste di Lampedusa.
Al di là della denominazione e della verità storica, è certo che oggi l’isola, seppure non popolata da conigli, costituisce l’habitat di diverse specie animali, tanto da essere inclusa nella Riserva naturale orientata Isola di Lampedusa. La ricchezza della flora e della fauna, molto simili a quelle presenti sulla costa nord-africana, hanno richiamato l’attenzione di molte organizzazioni ambientaliste, tra le quali il WWF e la Lega Ambiente, che si occupano di proteggere e preservare questo posto meraviglioso.
L’isola è un’importante fermata di sosta per numerosi uccelli migratori, che vi fanno tappa e trovano ristoro in aprile e in settembre. Tra le specie animali che vivono sull’isola ci sono il gabbiano reale, che oggi conta una popolazione di circa 100 coppie, la “psammodromus algirus”, una lucertola di origine africana, che vive sugli scogli, e la tartaruga marina Caretta caretta, specie rara ed in via di estinzione. Le tartarughe ogni anno, in primavera avanzata, depositano le loro uova nella parte orientale della spiaggia. In tale occasione, l’accesso all’arenile viene parzialmente chiuso dai volontari di LegaAmbiente, che sorvegliano la zona fino alla schiusa delle uova, che avviene solitamente nel periodo di fine agosto, quando le tartarughe, liberate dal guscio, corrono e si tuffano in acqua.
Natura selvaggia ed incontaminata, sabbia fine e bianchissima, acque cristalline, dalla temperatura e trasparenza perfette per quanti vogliano praticare immersioni e snorkeling, fanno della Isola dei Conigli uno dei luoghi più suggestivi di tutto il Mediterraneo, ascrivendo l’omonima spiaggia tra le 10 più belle al mondo.
Un'isola nell'arcipelago delle Pelagie
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